giovedì, Dicembre 12, 2024

DIGITAL TWIN: OPPORTUNITA’ DEL DIGITALE PER LA GESTIONE DI PORTI E INTERPORTI

di Alessandro Finicelli (Transportation & Logistics Account Manager, Esri Italia)

In occasione della conferenza ESRI Italia 2022 è stato affrontato il tema dell’utilizzo del GIS e del Digital Twin nei porti e interporti. Porti e interporti hanno una componente tecnologica importante che deve essere gestita e che può garantire un grande vantaggio competitivo  utilizzando un sistema che consenta l’organizzazione delle informazioni per poi renderle accessibili e integrabili ai modelli di business. Lo scopo è quello di avere una visibilità operativa a 360 gradi delle risorse e strutture a disposizione di porti e interporti e permettere la condivisione delle informazioni per favorire un processo decisionale collaborativo.

Ma cosa sono i Digital Twins? Sono rappresentazioni virtuali del mondo reale, incluso oggetti fisici, processi, relazioni e comportamenti elaborati attraverso l’utilizzo del GIS.

Il GIS è un sistema informativo in grado di associare dei dati alla loro posizione geografica sulla superficie terrestre e di elaborarli per estrarre informazioni.

In questo modo, il GIS crea Digital Twins dell’ambiente naturale e delle infrastrutture, ed è unico nell’integrare molti tipi diversi di modelli digitali. Questa tecnologia sta trasformando il modo in cui gli enti e le comunità gestiscono l’ambiente naturale e le infrastrutture. Il GIS sta interconnettendo e integrando la tecnologia, sta creando relazioni e ottimizzando i flussi di lavoro.

Di questo tema si è discusso in una tavola rotonda, che ha avuto come moderatore il Professor Roberto Zucchetti dell’Università Bocconi di Milano, a cui hanno partecipato alcune delle più importanti realtà portuali e interportuali d’Italia, tra cui: Stefano Pasqualotto dell’Interporto di Verona (Quadrante Europa – consorzio ZAI); Maria Carmela De Maria dell’ Autorità portuale di Gioia Tauro; Federica Montanesi dell’ Autorità portuale di La Spezia e Marina di Carrara – Mar Ligure orientale; Giulia Zolia del Porto di Trieste e Monfalcone; Antonella Scardino del Porto di Venezia e Chioggia – Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Settentrionale.

A cosa serve e come sta andando la diffusione della digitalizzazione all’interno di queste cinque organizzazioni? Quali sono i passi che devono fare affinché quegli strumenti diventino davvero operativi e ci diano risposte?

Dal 1998 l’Interporto di Verona si è dotato di un ufficio informatico e dal 1999 tutta l’area è cablata in fibra ottica. Questo ha permesso alle oltre 100 aziende insediate di avere strumenti sempre più al passo con i tempi e costi di applicazione ridotti. Il Consorzio ZAI ha da tempo un sistema GIS per il tracciamento di tutte le proprie attività e verrà potenziato per l’analisi e il mantenimento di tutti i sottoservizi e di tutte le infrastrutture tecniche all’interno di un sistema di gestione integrato fra i vari uffici. Stefano Pasqualotto ha affermato che “abbiamo grandi possibilità di sviluppo di scambio dati con l’Europa. Ci stiamo battendo per avere delle banche dati pubbliche per cose molto semplici ma che sono estremamente utili al mondo del trasporto, quali una banca dati per gli autisti, per i carri ferroviari e per le UTI”. L’espansione dell’utilizzo di piattaforme GIS per il consorzio ZAI è importante perché può dare un’analisi proattiva e predittiva di tutto il mantenimento e la gestione dei sottoservizi e degli asset strategici del quadrante Europa. “Sarebbe molto importante e auspichiamo sempre uno scambio dati con i gestori delle infrastrutture ferroviarie tra RFI e il resto delle ferrovie europee che ancora oggi è un po’ problematico. Noi come Quadrante Europa”, ha concluso Stefano Pasqualotto, “abbiamo bisogno di un accesso un po’ più completo a tutte le informazioni perché possono cambiare il modo di lavorare e i tempi di risposta per le attività di manovra e di ricezione delle merci. Inoltre, sarebbe molto importante riuscire a superare la criticità della firma ora cartacea che presenta grandissimi costi e quindi andare su firme biometriche. Sarebbe bello riuscire a fare una semplificazione di questa gestione, magari anche con una banca dati che sia condivisa con tutti gli operatori che dopo ne avrebbero benefici”.

Anche Giulia Zolia, del Porto di Trieste, ha confermato che da qualche anno la digitalizzazione è uno degli obiettivi dei vertici dell’amministrazione, poiché si è preso coscienza delle potenzialità che ci sarebbero con l’introduzione di sistemi innovativi all’interno dell’autorità di sistema. Zolia dichiara che “sotto il profilo GIS, una decina di anni fa abbiamo iniziato a sviluppare un sistema per la mappatura delle concessioni sulle aree demaniali. Successivamente sono stati mappati i fabbricati e abbiamo iniziato a digitalizzare tutto quello che era cartaceo. Monitorare lo stato di conservazione delle banchine per capire dove andare a intervenire. E’ un porto a forte vocazione ferroviaria, ci sono dei progetti importanti. Fattore di criticità è l’amministrazione pubblica in Italia che è un pò indietro rispetto al resto d’Europa e del mondo”, ha concluso.

Maria Carmela De Maria, dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, ci ha raccontato che nel 2011 c’era ancora poca digitalizzazione ma che ad oggi è in corso un’opera per il cablaggio con fibra ottica dei porti di Corigliano, Gioia Tauro e Crotone. Ogni porto è collegato alla rete e tutti gli utenti sono collegati fra loro. Il progetto si sta completando con la digitalizzazione di tutti i procedimenti: “In questo modo è stato possibile digitalizzare tutte le movimentazioni delle merci: arrivo nave, partenza nave, sdoganamento, import ed export, trasporto via gomma o ferro. Questo per facilitare tutti gli operatori portuali e non e, nello stesso tempo, per riuscire ad avere tutta quella mole di dati che servono all’autorità portuale per studi, ricerche e statistiche da mettere a frutto e/o condividere con altri. La piattaforma è stata fatta in modo tale che potesse parlare con tutti gli enti.”.

Dall’ Autorità Portuale del Mar Ligure Orientale, Federica Montaresi invece ha raccontato che, dal punto di vista della digitalizzazione, già da qualche anno hanno intrapreso la strada della progettazione comunitaria a sostegno di progetti innovativi: “Dal punto di vista ferroviario, è stato il primo porto che già dal 2015 ha testato la procedura di fast corridor (corridoio logistico) che ha permesso, tramite la realizzazione di una piattaforma di interscambio dati a livello di catena logistica, una velocizzazione delle procedure di sdoganamento della merce grazie all’interoperabilità con la piattaforma dell’agenzia delle dogane.”. Nata come un progetto pilota a livello comunitario, è poi diventata una procedura che l’agenzia delle dogane ha replicato in diverse altre realtà. Sono riusciti quindi a creare un’integrazione digitale tra vari attori a livello di sistema logistico portuale per diventare una realtà il più efficiente possibile per il trasferimento della merce dal porto verso l’hinterland.

Ha concluso la prima parte della tavola rotonda Antonella Scardino, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale Venezia Marghera e Chioggia, che è ad oggi uno dei porti italiani col demanio più esteso e il maggior porto italiano raccordato con 47 km di ferrovia all’interno del porto: “Sta diventando realtà il percorso di digitalizzazione che è iniziato molto tempo fa per la gestione dei traffici marittimi (arrivo e partenza delle navi). Il porto è stato promotore a livello nazionale del PCS (port community system), sistema nato per la complessità del traffico lagunare e la sincronizzazione dei servizi tecnico-nautici (pilotaggio-ormeggio-rimorchio) che devono essere ben coordinati all’interno della portualità veneziana. Abbiamo integrato il PCS con i servizi di interoperabilità del PMIS. Stiamo utilizzando quei dati per ottimizzare il traffico all’interno della laguna di Venezia con delle applicazioni che saranno successivamente implementate in un algoritmo che vedrà la collaborazione delle capitanerie di porto, della struttura commissariale del Mose e la disponibilità delle risorse (disponibilità ormeggi, spazio nei terminal e dei servizi tecnico nautici). A questo importante tema si è aggiunto il tema della sicurezza, che è stata implementata a livello digitale per l’accesso in porto. Negli scorsi anni, le strutture dell’ente hanno iniziato a comprendere l’importanza di layer georeferenziati per poter mappare gli asset disponibili. A tal scopo sono state quindi rilevate tutte le informazioni che permettevano di mappare gli asset: gli impianti e fondali in strumenti open.

Nella seconda parte della tavola rotonda, i partecipanti hanno affrontato il tema delle prossime sfide, dei prossimi passi, mettendo in conto anche qualche criticità del nostro Paese.

L’Italia è diversa dagli altri paesi poiché le competenze sono assegnate a enti diversi, quindi non c’è una centralità manageriale. All’estero l’organizzazione all’interno dei porti è molto diversa dalla nostra: in Italia occorrerebbe una modernizzazione della burocrazia e dell’apparato amministrativo perché la responsabilità è frammentata. Le nostre istituzioni sono formate da una serie di competenze assegnate a diversi enti e questa è una realtà che non può essere cambiata rapidamente. L’utilizzo di strumenti di digitalizzazione fornirà un’opportunità concreta, poiché ciascuno, mantenendo la propria autonomia, potrà coordinarsi con gli altri.

Roberto Zucchetti ha quindi concluso l’appuntamento con un’ultima domanda agli ospiti: “Gli obiettivi sono formalizzati da parte delle autorità che governano le vostre organizzazioni? Stanno negli obiettivi del management? Stanno nel budget aziendale?”.

Antonella Scardino ha confermato che i vertici sono consapevoli dell’importanza della digitalizzazione in porto, sia dal punto di vista della gestione istituzionale che per la gestione di tutti i processi operativi che sono attualmente di competenza dell’autorità: “gestione informatizzata dei processi di concessione, che va dai processi di autorizzazione, ai processi di investimento e ai processi di manutenzione uniti al processo di coordinamento di operatori che sono sul territorio portuale che a vario titolo collaborano.”.

Maria Carmela De Maria è molto ottimista sul progetto di digitalizzazione: “Vista la portata del progetto abbiamo avuto un incremento del finanziamento. Oltre a creare il sistema PCS, PMIS, AIDA, interoperabilità tra i vari porti, enti e attori del mondo portuale, abbiamo affrontato anche il problema della sicurezza, sia dal punto di vista digitale sia per quanto riguarda l’entrata e l’uscita delle merci.”. Quindi una digitalizzazione che metta in collegamento anche particolari strutture delle forze dell’ordine: “Stiamo sviluppando dei modelli di intelligenza artificiale per il controllo massivo del contenuto dei container, di ciò che entra e di ciò che esce dal porto, sia dal punto di vista dei mezzi ma anche di persone, con la possibilità di tracciare il percorso che fa un mezzo. Stiamo sviluppando il SID in tutti i porti, e qui ci è di aiuto ESRI che sta collezionando per noi questo GIS in cui andiamo a mappare tutti i sottoservizi. Allo stesso modo stiamo mappando e creando la carta di identità di ogni immobile del porto, quindi costruendo la storia della realizzazione dell’infrastruttura, aggiornandola man mano che quell’infrastruttura viene ristrutturata, adeguata. L’idea è quella di digitalizzare tutto, in modo da rendere ogni cosa interoperabile.”.

Stefano Pasqualotto rappresenta una realtà, quella degli Interporti, un pò diversa da quella dei porti dove ci sono dei canali istituzionali e dove i finanziamenti arrivano più facilmente perché sono dei posti di confine tra Stati diversi. Gli interporti avevano una vecchia legge (n. 240) che ne ha permesso la realizzazione e che per decenni ha aiutato gli interporti a investire e a fare sviluppo, tra i quali anche il progetto di rete telematica (informatizzazione di tutto il Quadrante Europa). UIR è un’associazione interporti che cerca di portare finanziamenti, l’ultimo è stato fatto 10 anni fa sulla sicurezza. UIR NET, che ha consentito il controllo degli accessi in maniera puntuale, ha permesso una copertura e mappatura della videosorveglianza: “Ad oggi abbiamo tutto autofinanziato, pertanto si fa quello che serve perché non ci sono soldi da sprecare e quello che verrà fatto funzionerà. Non seguiamo le ultime mode ma facciamo quello che è necessario quando è necessario e con strumenti che sono abbastanza collaudati e che probabilmente daranno dei risultati sicuri e misurabili.”.

Giulia Zolia ha dichiarato che l’autorità di sistema ha avuto vari progetti finanziati con il PNRR. Si tratta di progetti importanti che prevedono l’esecuzione mediante processi BIM che permetteranno un’importante digitalizzazione interna andando a cercare parallelamente tutti gli elementi possibili di interoperabilità con la parte GIS: “Sicuramente abbiamo interesse a realizzare un Digital Twin del porto, uno strumento importantissimo, poiché dopo una decina di anni di esperienza GIS, iniziamo il nostro primo anno di processo BIM e stiamo gestendo molti dati. Il nostro lavoro è gestire dati e il tema del big data nei prossimi anni sarà importantissimo. Il contenitore dell’informazione nei prossimi anni farà la differenza. Ci sono anche un gran numero di istituzioni scientifiche importanti con cui collaboriamo in modo ordinario e con cui abbiamo dei progetti in corso.”.

Federica Montaresi ha concluso l’incontro con un occhio anche alla sostenibilità, tema sempre più attuale in ogni realtà: “La sfida secondo noi è quella di coniugare la digitalizzazione con le nuove tecnologie che abbiamo, dal Digital Twin all’intelligenza artificiale passando anche per i droni, tutto al servizio di un porto resiliente e sostenibile.”. Il porto di La Spezia ha realizzato il Digital Twin di una porzione dell’infrastruttura per poter analizzare con dati reali e simulare tutte le problematiche che si presentano all’ingresso con i mezzi pesanti, tema che nei porti è molto presente anche se poco affrontato. Montaresi continua: “Se non si lavora sulla parte di trasporto integrata con la ferrovia, il porto va in sofferenza. Il Digital Twin è fondamentale per le decisioni che poi devono essere prese su punti strategici all’interno del porto. Sui droni siamo in un progetto europeo in cui testeremo per la prima volta in Italia l’utilizzo di questo strumento per il monitoraggio ai fini della sicurezza delle operazioni portuali e vogliamo estendere questo tipo di attività anche alle operazioni di dragaggio.”.

Le nuove tecnologie a servizio di un porto digitale: questa è la sfida che abbiamo di fronte.

I relatori: 

Roberto Zucchetti, Università Bocconi

Economista, specializzato nelle problematiche del trasporto, con oltre 40 anni di attività professionale. Dal 2003 insegna “Valutazione delle infrastrutture e dei servizi di trasporto” nel Master Universitario in “Economia e Management delle Infrastrutture, della logistica e dei Trasporti” (MEMIT) presso l’Università Bocconi di Milano. Cofondatore della società di consulenza Gruppo CLAS spa (oggi PTS spa), di cui è stato per molti anni presidente e amministratore delegato, oggi vi collabora come Senior Advisor. Dal 2015 al 2018 è stato consulente economico della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la nuova linea ferroviaria Tornio Lione e attualmente è consulente di RAM società in house del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Fa parte del comitato scientifico del Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili per la redazione del Piano Generale dei trasporti e della logistica ed è incaricato da RFI di coordinare il dibattito pubblico per la realizzazione della nuova linea ferroviaria AV Salerno – Reggio Calabria.

Stefano Pasqualotto, Interporto di Verona

Ingegnere Informatico, dal 2000 lavora presso Interporto Quadrante Europa, dove si occupa dello sviluppo e mantenimento di tutti gli aspetti tecnologici e informatici. Gestisce tutti i componenti dei moderni data center: dall’infrastruttura fisica, sistemistica, networking e di livello applicativo. Sempre concentrato sulla crescita attraverso l’ottimizzazione dei processi e la pianificazione a lungo termine.

Giulia Zolia, Porti di Trieste e Monfalcone

Architetto, Responsabile delll’Area Pianificazione e Gestione Tecnica del Demanio. Redazione urbanistica, Progettazione ed esecuzione di opere e servizi pubblici, Sviluppo del sistema BIM. Pianificazione strategica e Urbanistica.

Federica Montaresi, Porti di La Spezia e Marina di Carrara

Ingegnere, esperienza da oltre 15 anni nella gestione di fondi comunitari e nel coordinamento tecnico/amministrativo di progetti comunitari in materia di logistica, trasporti, digitalizzazione e ambiente, con particolare riferimento ai programmi CEF/TEN-T, H2020 e programmi di Cooperazione. Consolidata esperienza internazionale nel settore del trasporto intermodale e della logistica, maturata nell’ambito del forum del Corridoio Ten-T ScanMed, del Digital Transport and Logistics Forum, dell’ESPO Intermodal Logistics and Industry Committee, in qualità di Portavoce del Terminal Advisory Group del Rail Freight Corridor ScanMed e grazie ai ruoli di coordinamento di progetti comunitari per lo sviluppo di attività e progetti pilota nell’ambito dell’intermodalità e dell’efficienza della catena logistica. Responsabile del Port Community System del Porto della Spezia e delle attività dell’AdSP nell’ambito della trasformazione digitale, della digitalizzazione della catena logistica. Promozione di buone pratiche e progettazione di soluzioni per la riduzione degli impatti ambientali  nel settore del trasporto marittimo e della logistica (Green & Smart Ports, alternative fuel strategy).

Antonella Scardino, Porti di Venezia e Chioggia

Ingegnere con un percorso di 16 anni in consulenza direzionale presso Capgemini e EY Advisory Spa, società dove ha maturato un’importante esperienza professionale in qualità di Responsabile per l’Italia del settore Trasporti e infrastrutture. Ha sviluppato e coordinato numerosi progetti per clienti pubblici e privati (Commissione Europea, Presidenza del Consiglio, Capitanerie di porto, Autorità di sistema portuale, Gruppo Ferrovie dello Stato, Società del settore energy & utilities e altri) nei settori della portualità, della logistica, del trasporto ferroviario, aereo e stradale, Zone Economiche e Speciali, trasporto pubblico locale, energia e ambiente realizzando progetti connessi allo sviluppo strategico, operativo e organizzativo e alla trasformazione digitale. Entrata in carica nell’inverno 2021 come Segretario Generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale sta gestendo importanti sfide di trasformazione digitale e attrattività del sistema portuale nei suoi differenti bracci operativi – demaniale, delle opere e delle manutenzioni, dei servizi a favore della nautica del porto, dei processi amministrativi interni – e la predisposizione e l’adozione degli strumenti programmatici, quali i nuovi Piani Regolatori Portuali di Venezia e Chioggia (l’ultimo PRP risale al 1965).

Carmela De Maria, Porti di Gioia Tauro e Ionio

Ingegnere, responsabile dell’Area Tecnica dove coordina le risorse umane, cura i rapporti con gli enti istituzionali nell’ambito dei procedimenti inerenti i finanziamenti delle opere pubbliche sia di tipo nazionale che
comunitari. Predisposizione di tutti gli atti riguardanti il settore esecuzione, il settore gare e il settore progettazione dell’area tecnica ed in particolare: cura e coordina le gare di: lavori, servizi, forniture, di progetti di finanza e concessioni strettamente legate all’Area tecnica supportando le altre aree in ambito di gare comunitarie; cura tutte le fasi inerenti la progettazione, la direzioni lavori e il collaudo delle opere pubbliche fino alla consegna delle aree; cura e coordina tutti i procedimenti inerente il settore Gare dell’Area Tecnica; supporto e stesura di convenzioni di cui l’’Ente può avvalersi nell’ambito della realizzazione di un’opera pubblica; coordina tutte le fasi di rendicontazione delle opere pubbliche al MEF, MIT e PON.

 

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