giovedì, Dicembre 12, 2024

AFGHANISTAN: UN BILANCIO DELLA COOPERAZIONE REGIONALE DOPO LA PRESA DI POTERE DEI TALEBANI

Vent’anni fa, i sei Paesi confinanti con l’Afghanistan firmarono una dichiarazione in cui esprimevano il loro impegno comune ad aiutare la ricostruzione del Paese e il desiderio di “pace e stabilità nella regione” dopo la caduta dell’allora governo talebano.

La situazione odierna dell’Afghanistan è ben lontana da quella che quei sei Paesi – Cina, Iran, Pakistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan – avevano intravisto nel 2002. Il brusco ritiro delle forze statunitensi e alleate e il ritorno al potere dei Talebani nell’agosto 2021 hanno generato una serie di nuove sfide per la sicurezza e lo sviluppo. Oltre una dozzina di gruppi militanti e terroristici transnazionali sono ora presenti in Afghanistan, molti dei quali sotto l’egida dei Talebani. Le discriminazioni di genere, etniche e religiose sono diffuse, così come le violazioni dei diritti umani. Le già difficili condizioni umanitarie, di sviluppo ed economiche si sono ulteriormente deteriorate in una crisi che difficilmente finirà finché il governo talebano – isolato diplomaticamente e sottoposto a una serie di sanzioni internazionali – resterà recalcitrante nel soddisfare le richieste di formare un governo più inclusivo, di sostenere i diritti delle donne e di contrastare anziché favorire i gruppi terroristici.

Leggi dal think tank SIPRI

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