mercoledì, Ottobre 4, 2023

L’ANGOLO DEL SONDAGGIO. A cura di Radar SWG

I trend della settimana dal 25 settembre al 1 ottobre 2023

GUERRA IN UCRAINA: prevalgono i favorevoli all’invio di armi agli ucraini, ma è forte la spinta ad accelerare i negoziati. Dopo 19 mesi di guerra l’attenzione dell’opinione pubblica italiana appare affievolita. Il conflitto figura ancora tra i temi più seguiti ma meno di 4 cittadini su 10 si informano con regolarità sul suo andamento. È scesa anche la tensione che l’invasione russa aveva provocato: la quota di persone seriamente preoccupate per i risvolti della guerra si è praticamente dimezzata rispetto all’inizio delle ostilità. A questo allentamento ha certamente contribuito la percezione della diminuzione del rischio di un’estensione del conflitto e dell’uso di armi nucleari, oltre a una certa assuefazione alle notizie che arrivano dal fronte. In merito alla questione del sostegno militare all’Ucraina, le posizioni degli italiani risultano piuttosto divise. Un terzo preferirebbe interrompere le forniture belliche ma prevale la convinzione che l’invio di armi sia ancora necessario (47%). Tuttavia, gran parte di coloro che assumono questa posizione non supportano aiuti militari incondizionati, bensì auspicano una parallela accelerazione dei negoziati mettendo in conto anche la possibilità che l’integrità territoriale dell’Ucraina alla fine non venga preservata. Nell’eventualità in cui gli Stati Uniti dovessero porre fine all’invio di armi, il fronte contrario alla fornitura del sostegno militare crescerebbe dal 32% al 39%. Si rileva quindi una forte spinta a cessare le ostilità il prima possibile ed è una minoranza a credere che questo dipenda dalle decisioni di Putin. Un italiano su 3, infatti, ritiene che in verità siano gli americani (e in parte anche alcuni paesi europei) ad ostacolare il percorso che dovrebbe portare alla pace.

CHIESA E RELIGIONE: diminuiscono i credenti e il ruolo della Chiesa a livello nazionale è sempre meno chiaro. Negli ultimi anni la Chiesa cattolica e in generale tutte le religioni hanno perso fedeli. Ad oggi 1 italiano su 2 si identifica nel cattolicesimo, dato  ancora superiore tra gli over 55enni, ma rispetto al pre-pandemia sono cresciuti sia coloro che credono in entità trascendenti che chi non si sente vicino a nessuna forma di religione.
Profondamente diverse sono anche le reazioni che la Chiesa scatena tra fedeli e non credenti: se chi è praticante vede in essa speranza, fiducia e gratitudine, i non praticanti si dividono tra delusi e indifferenti, mentre tra i non credenti uno su tre si definisce disgustato. Complice della crescente secolarizzazione è anche un ruolo che sembra sempre
meno chiaro: per i credenti la Chiesa è portatrice di un messaggio e di una visione del mondo diversa da quella prevalente, ma per sei italiani su dieci ha perso la sua identità e dovrebbe occuparsi esclusivamente di questioni legate alla fede. Osservando però l’operato della Chiesa a livello locale le parrocchie svolgono ancora un ruolo importante supportando i più bisognosi e, per oltre un terzo degli italiani sono un punto di riferimento per i giovani. Nonostante ciò, è diffusa l’opinione che in futuro molte parrocchie siano destinate a scomparire, riducendo ulteriormente la capacità della Chiesa di alimentare legami di
comunità

SPORT IN COSTITUZIONE: uno strumento per recuperare situazioni di disagio o diseguaglianze. «La Repubblica riconosce e favorisce il diritto allo svolgimento dell’attività
sportiva e ricreativa. […]» è questo il comma con cui il Parlamento ha inserito lo sport nella Costituzione Italiana. Oltre che in Parlamento, la pratica sportiva sembra trovare apprezzamento anche tra i cittadini che la ritengono sia un mezzo per educare le persone ai valori più sani, sia un’attività con collante sociale, cioè tale da annullare le differenze e favorire l’integrazione. Lo sport ha infatti sicuramente un ruolo sociale e viene visto come un possibile strumento per recuperare situazioni di disagio o diseguaglianze. Il nostro
campione indica prime tra tutte il recupero di periferie o aree disagiate e la promozione dei diritti di persone con disabilità. Allo sport si attribuisce inoltre un ruolo importante per la crescita dei giovani. Se si ritiene che la pratica sportiva insegni ai giovani soprattutto valori come disciplina e impegno, gli appartenenti alla Gen Z sottolineano inoltre come lo sport possa trasmettere anche divertimento e senso di comunità. Ma cosa ci si aspetta di concreto dopo l’introduzione di questo comma in Costituzione? Oltre a valorizzare lo sport come veicolo di inclusione sociale, si confida in maggiori risorse pubbliche destinate a sport e attività fisica. Non sembrano esserci invece grossi timori per un possibile inasprimento delle regole o del rischio di togliere leggerezza o divertimento alla pratica sportiva.

Radar_25 settembre – 1 ottobre 2023.pdf (swg.it)

 

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