venerdì, Aprile 19, 2024

Musica e scienza

Musica e scienza… sembrano due mondi lontanissimi e invece sono molto più vicini di quanto si possa pensare. Non soltanto per gli argomenti o i testi di alcune canzoni celeberrime, o altre meno famose, ma anche perché se vogliamo la stessa musica può essere considerata una scienza.

Pensiamo al pentagramma, alle note, alle battute che devono essere precise. Pensiamo a uno strumento come il metronomo che queste battute le misura, e non si può sgarrare altrimenti la musica diventa una sorta di marasma. Riflettiamo sulla ritmica, di solito batteria e basso che punteggiano la melodia e che la rendono qualcosa di organico. E il termine organico ci richiama la fisica, dunque la scienza. Basta già questo per capire come questi mondi siano vicini. Ci sono peraltro dei compositori, dei musicisti, che hanno speso la loro vita facendo vera e propria ricerca musicale. Da Edgard Varese, a Eric Satie, fino a John Cage che conoscemmo come concorrente di Lascia o raddoppia. In Italia abbiamo avuto Luciano Berio, Bruno Maderna e Luigi Nono, per esempio. Alla Rai di Milano, per circa 30 anni, è stato attivo lo Studio di Fonologia musicale, dove si facevano sperimentazioni sia di musica concreta che elettronica, seguendo un esempio che già esisteva in analoghi studi a Parigi e Colonia.

Uscendo dalla musica classica possiamo identificare scienza e musica in molte composizioni di Brian Eno. Nel cantautorato italiano il più vicino alla scienza, in un suo periodo artistico, è stato sicuramente Franco Battiato, che nei primi anni Settanta faceva non solo ricerca musicale ma anche nei suoi testi c’erano riferimenti scientifici. Peraltro anche Lucio Dalla, quando era Roberto Roversi a scrivergli i testi, ha lambito queste tematiche, c’è un brano che si chiama Anidride Solforosa, c’è Il Motore del Duemila, che non fa un discorso scientifico, ma un ragionamento che comunque con la scienza fa i conti: negli anni Settanta sappiamo già come sarà il motore del Duemila, ma non sappiamo nulla di quelli che saranno i ragazzi del Duemila, diceva.

La stessa accordatura degli strumenti, di per sé, potrebbe rientrare nella scienza, la stessa scrittura della musica somiglia in qualche caso a formule matematiche. Per non parlare delle battute che devono essere perfette, prima nel metronomo e poi nella ritmica.

Possiamo considerare scienza anche l’ingegneria del suono, quella che ha spesso trasferito la musica prima in nastro e poi in disco, prima in analogico e poi in digitale. Viene in mente soprattutto il nome di Alan Parsons, che i più ricordano per il suo progetto con Eric Woolfson e Lenny Zakatek, gli Alan Parsons Project, ma che in precedenza era stato tecnico del suono prima con i Beatles, e quindi alla Apple, in Abbey Road con un genio come George Martin, e poi con i Pink Floyd che hanno messo molto di scientifico in alcuni loro album storici.

Quanto a brani famosi che parlano di scienza, c’è un po’ tutta la saga degli astronauti persi nello spazio, a cominciare da Space Oddity di David Bowie, per continuare con Rocket Man di Elton John con il testo di Bernie Taupin, fino all’italianissimo Help Me cantato dai Dik Dik che addirittura ipotizzava l’esplosione dell’astronave con il primo uomo diretto su Giove.

A proposito di scienza, astronauti, spazio ma anche nuove tecnologie, spiccano su tutti i tedeschi Kraftwerk, che hanno fatto ricerca musicale accoppiandola anche ad un grande impatto scenico, dato che sul palco sembravano davvero degli automi. Oppure i francesi Space, e soprattutto i Rockets, finti marziani che ebbero molto più successo in Italia che non in patria.

Oggi potremmo dire che a fare scienza in musica siano anche i DJ Producer, come David Guetta o Bob Sinclar, che spesso sostituiscono l’elettronica agli strumenti analogici, e che per far ballare la gente devono rispettare la precisione assoluta dei bpm, ossia delle battute al minuto.

Ritornando al passato, un gruppo del progressive che assunse un nome scientifico fu quello dei Van Der Graaf Generator. Van Der Graaf era uno scienziato americano che inventò dei generatori, che portano appunto il suo nome, in grado di creare corrente ad altissimo voltaggio tra un conduttore e un elettrodo di riferimento.

In tempi recenti i Coldplay hanno intitolato un loro brano noto The Scientist, lo scienziato, i Duran Duran fecero American Science. Ma noi siamo legati a Edoardo Vianello che in suo famosissimo successo degli anni Sessanta fece analizzare un capello da uno scienziato, concludendo che in realtà si trattava di…un crine di cavallo!

 

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