lunedì, Ottobre 14, 2024

ALL’INCONTRO TRA COMPETENZE E PASSIONE

Le meraviglie della tecnologia, ogni giorno un crescendo di nuove soluzioni per facilitarci la vita, incrociano la passione dell’essere umano che si supera innovando. Non vale, e questo vorrei diventasse un oggetto di riflessione, l’approccio antagonistico verso le tecnologie, tanto quanto non vale quello ingenuo del mondo migliore possibile.

La tecnologia, per quanto importante, è uno strumento. Al centro c’è l’uomo, ciascuno di noi. Dire questo, lo so bene, non è sufficiente. È l’inizio di un percorso, così lo viviamo nel nostro magazine, comunità progettante.

Il pensiero va allenato. È il tempo di aprire diffuse palestre intellettuali con spirito critico e politico. La tecnologia non appartiene solo a coloro che la inventano ma è patrimonio dell’uomo in ricerca di senso, di significato e di convivenza. Altresì, la tecnologia sempre di più diventa possibilità per il governo della realtà: la città che vivremo, solo per fare un esempio, è legata al futuro già presente. Immaginare le città, fatto complesso, significa immaginare la socialità, le relazioni, l’efficienza dei servizi, la sostenibilità e così via. Le tecnologie, elemento necessario, sono un imprescindibile supporto.

Separare società umana e società tecnologica è un gravissimo errore: non esistono due società. Nel separare, infatti, non capiamo. Ciò che occorre comprendere è che la tecnologia sviluppa il nostro talento nell’oltre ma è sempre dall’uomo, nell’uomo, che tutto nasce e che tutto, talvolta tragicamente, può provocare danni irreparabili.

Ecco perché riflettiamo nell’incontro tra competenze e passione, calandoci (ri-flettendoci) in esso. Troppo spazio abbiamo lasciato all’uomo competente e settorializzato, in qualche modo avulso dal bene comune ma concentrato del tutto sullo sviluppo di un individualismo radicalizzato, dell’io talmente potente da illudersi di non avere bisogno di altro (e di altri).

Le competenze tecnologiche, allora, devono essere contaminate – e fecondate – dalla passione dell’uomo per la vita piena, per il tempo libero e liberante. La società 5.0, ci ricorda Bruno Ratti nel Manifesto della Società 5.0, si genera laddove sono i bisogni dell’uomo.

Avremo modo, in successivi contributi, di approfondire molti temi. Qui basti ricordare che è venuto il tempo di ri-pensare (pensare continuamente) l’umano nelle sue frontiere: la tecnologia è una di queste, mai auto-referenziale.

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