mercoledì, Ottobre 4, 2023

GEOREFERENZIARE LA POLITICA: OLTRE LA ZTL

Le elezioni si fanno sempre più vicine, i sondaggi diventano sempre più “frenetici”. Oggi è possibile mappare, georeferenziare e conoscere dove sono e come la pensano gli elettori italiani ? Ne parliamo con chi se ne intende e che in questo periodo di pandemia abbiamo imparato a conoscere con le famose mappe a pallini rossi su sfondo nero che tracciano il Covid nel mondo: l’Amministratore Delegato di Esri Italia Emilio Misuriello.

R. Certo che è possibile. Questa tecnologia già oggi viene utilizzata, per esempio, per profilare i consumatori nella grande distribuzione: lo sanno bene aziende come Jakala che supportano importanti brand per conoscere e georeferenziare mercati e clienti sul territorio. Gestendo anche grandi mole di dati che arrivano dal territorio come dati di consumo e  statistici e dall’integrazione di propri dati come le Fidelity Card.

Ma nel campo elettorale queste tecnologie sono state utilizzate nel nostro Paese?

R. Si, per ora in campi limitati e non a tappeto. In Italia le prime applicazioni risalgono al 1996 ma erano applicazioni sperimentali e localizzate, i tempi non erano maturi e i costi erano molto elevati: i partiti politici hanno preferito investire in comunicazioni e analisi più semplici come quelle televisive o le affissioni. Oggi, magari, si investe sui social ma è una comunicazione senza una effettiva conoscenza dettagliata dell’elettore, è più un “sentiment”.

In che senso? Che significa?

R. Quando usi un social vai con un messaggio che viaggia nella rete ed è una comunicazione simile a quella televisiva, la misuri, vedi la reazione, gestisci i like, capisci il “sentiment” delle persone. Con quella che noi chiamiamo “The Science of Where” fai un lavoro “scientifico”, hai la possibilità di “conoscere” i comportamenti, i consumi e come la pensa l’elettore anche differenziando territorialmente i comportamenti.

Facciamo esempi concreti?

R. Certo, prendiamo la sezione elettorale come esempio, quella dove andiamo a votare. Noi possiamo sapere concretamente se nel nostro condominio prevale il centrodestra o il  centrosinistra e saperne lo storico: dalle sezioni di censimento si possono conoscere quali fasce d’età ci vivono, quale reddito medio ha la sezione, quanto consuma di energia e moltissimi altri parametri. Dall’intersecare di queste informazioni si possono ottenere tantissime informazioni sull’elettore. Approfondendo possiamo arrivare a capire la composizione del tessuto sociale, le sue criticità e, di conseguenza, orientare il messaggio politico localmente.

Ma è quasi una violazione della Privacy …

R. No. Sono dati aggregati molto ristretti relativi a sezioni di censimento con poche centinaia di elettori. Si opera sempre con dati aggregati e il valore aggiunto si ottiene dalle analisi spaziali che vengono effettuate. Il mio consiglio per i partiti politici è avere un centro studi che operi in continuo sulla piattaforma e sull’analisi dei dati dando gradualmente valore aggiunto confrontando le dinamiche elettorali. Diciamo che oggi ci si limita a identificare l’elettore “dentro la ZTL” ma si potrebbe andare molto oltre…. Molto interessante sarebbe, per i partiti che fanno le primarie, conoscere come e dove è distribuito e da dove proviene il proprio elettorato e sarebbe molto semplice profilarlo. È quello che da tempo si fa ad esempio in USA e non solo.

Ma questo non stride con una deontologia della politica?

R. Vero. Ci sono dei limiti che sarebbe opportuno non valicare, ma già oggi siamo continuamente monitorati e profilati. Da quando apriamo un motore di ricerca internet a quando facciamo un acquisto digitale a quando cerchiamo un indirizzo o mettiamo nel navigatore un percorso. Oggi questo viene fatto giornalmente sui social anche georeferenziando i post. Purtroppo questo non è fatto solo dal proprio governo.

Ma la vostra azienda ha mai collaborato su progetti specifici nel nostro Paese?

R. Diciamo che la nostra azienda avrebbe le conoscenze tecnologiche e le capacità per farlo, in realtà fino ad adesso abbiamo fatto “esperimenti” locali anche con il supporto di azioni conoscitive, ad esempio con altre tecnologie quali telemarketing, analitycs e dati. Ma il nostro mercato è molto più ampio della geopolitica e, diciamolo pure, decisamente più interessante dal punto di vista economico.

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