Una interessante analisi di Agenda Digitale approfondisce il tema dell’impatto ambientale dei data center. Alcuni numeri, ripresi da Statista: Al 2022 a livello mondiale Statista riporta un numero pari ad oltre 6.300 datacenter per 15 paesi (fonte: Statista 2022), di cui circa 2.700 solo negli Stati Uniti, a seguire la Germania con 487, al terzo posto la Gran Bretagna con 456, mentre per l’Italia la stima è di 131 data center. Il metodo seguito, per valutare l’impatto dei data center, è il Life Cycle Assessment: Per riuscire ad avere una rappresentazione più completa degli impatti di un data center si può ricorrere alla metodologia Life Cycle Assessment (LCA), che consente di quantificare i carichi energetici e gli impatti ambientali generati durante l’intero ciclo di vita – dall’acquisizione delle materie prime al fine vita – di un qualsiasi prodotto, processo o attività. Per quanto attiene ad un data center, l’LCA parte dall’analisi delle materie prime utilizzate e dei relativi processi di estrazione, a cui fanno seguito l’analisi dei processi di produzione dei componenti del data center e la valutazione delle fasi di utilizzo e fine-vita della struttura. Da un lato vengono valutate le risorse utilizzate (materiali, energia, acqua) e dall’altro vengono stimati gli impatti generati dalle emissioni in aria, in acqua e nel suolo prodotte lungo il ciclo di vita del data center.