venerdì, Marzo 29, 2024

LA SCALA DI KARDASEV E LA SCIENCE OF WHERE

Non so quanti di voi conoscono la scala di Kardasev, astronomo russo del secolo scorso, secondo il quale le civiltà si evolvono in funzione del loro livello tecnologico. In breve, le civiltà si dividono in tre tipi, il primo tipo si avvale di tutta l’energia disponibile sul suo pianeta, il secondo tipo si avvale della capacità di raccogliere tutta l’energia del proprio sistema solare, il terzo tipo si avvale di tutta l’energia della propria galassia. Secondo questa ipotesi la nostra civiltà si trova ancora tra lo zero ed uno, forse però stiamo fortemente accelerando e inconsciamente siamo alla base della seconda. Con l’arrivo di Perseverance su Marte, ma anche prima, dallo sbarco dell’uomo sulla Luna del 1969 (e primo allunaggio “tecnico” del 1966) diciamo che questa incredibile e bellissima avventura è iniziata. Senza tecnologia queste missioni non si sarebbero mai avverate, l’uomo di oggi non può lontanamente fare più a meno del contributo tecnologico, l’intelligenza artificiale, che oggi ci pone molti dubbi etici, la dobbiamo pensare come aumentata di quella naturale che ci portiamo nella nostra scatola cranica e ci aiuterà a diventare l’uomo di questo millennio. Anche qui siamo ai primi passi ma da questo secolo in avanti saremo sempre più meravigliati per quello che succederà.

Recentemente ho la fortuna di potermi confrontare con una eccellente mente politica nazionale del secolo scorso, Piero Bassetti, che con il suo libro “Oltre lo specchio di Alice” pone questi temi alla classe politica nostrana, che dovrebbe andare “Oltre” i social e capire effettivamente che il futuro politico è così in crisi perché non ha capito e non governa la rivoluzione tecnologica in atto; come non  governando la rivoluzione industriale abbiamo vissuto le grandi rivoluzioni del 900 e le grandi dittature, rischiamo, se questa consapevolezza non si esplicita, di essere incapaci a governare il futuro.

Dopo questo lungo preambolo torno al tema che più mi sta a cuore: The Science of Where. Sembra solo un concetto tecnologico, ma senza l’osservazione della Terra e le tecnologie di downstrem relative, oggi lo sviluppo tecnologico sarebbe impossibile, la interconnessione delle telecomunicazioni non esisterebbe come tutta la location intelligence dei nostri navigatori satellitari o la sicurezza dei nostri aerei e delle nostre navi, per non parlare delle partite di Champions!!! Osservare un pianeta è osservare un essere vivente che cambia e si evolve e non è per nulla “statico”. Tutto l’universo è un immenso modello in movimento, in crescita, in divenire. Con il GIS evoluto in Science of Where, ho capito già nel 1990 che la vecchia cartografia era diventata obsoleta e non in grado di rappresentare più la realtà anche se aveva svolto un ruolo strategico importantissimo. Se vi capita di visitare il Museo Correr a Venezia c’è un’ampia esposizione delle cartografie antiche della Serenissima che fecero grande la Venezia del passato ed erano “segretissime” perché di un valore immenso per la potenza militare e di dominio di mari dell’epoca. Così la Science of Where è uno strumento di osservazione unico e potente che deve diventare di dominio, e deve andare, come fa, oltre il nostro pianeta.

Una bellissima applicazione di Esri ci porta già oggi su Marte e ci fa viaggiare nel pianeta come oggi facciamo con Google Map per la terra, ma lo fa anche per la Luna … è come lo Specchio di Alice che ci porta in un altro mondo. Se devo vedere il futuro del nostro mondo con un nostro metro di comparazione, vedo come visualizzare il nostro sistema solare in modo dinamico ,ad esempio Marte secondo la lontananza dalla terra secondo la sua rivoluzione attorno al Sole per programmare il mio viaggio planetario, oppure immaginare (come aveva già immaginato il nostro compianto Presidente Ing. Ratti) il catasto della Luna per definire come realizzare lo sviluppo di quel “territorio”. Aiutare ad attraversare lo Specchio di Alice sarebbe un bellissimo compito, chissà se saremo in grado di farlo con questa piccola rivista.

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