L’accenno alla vulnerabilità dell’Europa è assai interessante e le ricadute economiche di questa fase drammatica sono già preoccupanti. Sia l’
Ambasciatore Maurizio Melani che il
Generale Vincenzo Camporini, da noi intervistati, hanno sottolineato come le sanzioni siano un’arma a doppio taglio, da maneggiare con cura.
Dice Cerretelli: Quando si esclude l’intervento armato addirittura prima dell’invasione, come hanno fatto l’America di Biden e la Nato, ci si disarma politicamente, e preliminarmente, di fronte all’avversario. Le sanzioni diventano quindi una opzione obbligata. Quanto efficaci e’ tutto da dimostrare. Di sicuro sono uno strumento che danneggia chi le riceve ma anche chi le decreta. E questo è un serio problema per il mantenimento alla lunga dell’unità europea e transatlantica perché le divisioni di interessi dentro l’UE sono note e non di poco conto.
Putin approfitta di un Occidente diviso in termini sostanziali. Le autocrazie, soprattutto con la loro capacità di disinformazione e utilizzando la retorica di un passato che non passa, stanno mostrando i muscoli. Dovremmo pensare all’importanza, nel futuro già presente, di un’alleanza euro-atlantica degna di questo nome. Ci domandiamo se sarà possibile.
Sottolinea Cerretelli: La coesione interna del fronte occidentale non è di ferro. Ma è stato proprio Putin, prima con il suo revanscismo nazionalista scatenato e rivendicazioni irricevibili e poi con l’aggressione all’Ucraina, a ricompattarne i ranghi. Che per ora tengono con un’armonia apparente che non si vedeva da decenni. Quanto il rapporto euro americano sia solido e quanto riuscirà ad arginare l’esondazione delle autocrazie, russa e cinese, dipenderà dall’esito della guerra in corso. Al momento mi sembra impossibile, purtroppo, prevedere come finirà. Spero non in una tragedia collettiva.