sabato, Luglio 27, 2024

IL DIGITALE COME MEGATREND

L’analisi di Darrell M. West per Brookings, Surviving digital war, è molto interessante e pone molti elementi di riflessione.

Cito: (…) recent events provide a wake-up call about the need during the contemporary period to prepare for the unexpected and to think about survival strategies. Prepararsi all’imprevisto, perché questo fa parte della realtà in quanto fa parte di noi, è decisivo. Spesso, infatti, il nostro pensiero lineare non ci aiuta a capire che il rischio è in perenne trasformazione, è parte della grande trasformazione che si è accelerata negli ultimi decenni soprattutto a opera della rivoluzione digitale.

Nota l’Autore: Even in lands far distant from Ukraine, I argue we need to think about cyber-risks, threats to critical infrastructure and our digital economy, and steps people should consider in case hostilities spread beyond Ukraine. Ebbene, credo che il problema comprenda e vada oltre ciò che sta accadendo drammaticamente in Ucraina. I rischi posti da West fanno parte di una realtà ben nota da tempo, certamente accresciuta in termini di pericolo e di percezione dello stesso in concomitanza di eventi catastrofici come una guerra o una pandemia. Sappiamo bene quanto i rischi del cyber siano presenti nelle nostre vite e attacchino infrastrutture, dati sensibili, processi aziendali. Altrettanto dovremmo sapere, partendo dal paradigma della complessità, come tali dinamiche debbano entrare a pieno titolo in un pensiero strategico ripensato, sistemico e sinergico.

L’Autore prosegue invitando i lettori a pre-vedere i possibili rischi che una guerra digitale comporta. Per parte nostra, essendo un Magazine che si occupa di cultura della tecnologia, ci limitiamo a considerare, e invitiamo a farlo, la rivoluzione digitale come un megatrend dei nostri tempi. Tale rivoluzione, dentro un quadro d’imprevedibilità crescente, ci deve sempre tenere desti sulla necessità di costruire scenari alternativi. Qui sta l’approccio complesso necessario; chi, per anni, ha fatto presente che occorreva ri-pensare i percorsi culturali nella realtà che si trasformava non è stato ascoltato. Ora è venuto il tempo di farlo, ben sapendo che la società digitale è una grande opportunità, da governare politicamente secondo paradigmi del tutto nuovi.

 

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