venerdì, Marzo 29, 2024

Future Combat Air System: per un sistema europeo di difesa

The Science of Where Magazine incontra Dominic Vogel, attualmente Visiting Fellow presso SWP. Le sue aree di competenza sono la politica di difesa tedesca, l’organizzazione/pianificazione militare e gli sviluppi tecnologici. Dopo essere entrato nell’aeronautica tedesca nel 2004 e aver completato la formazione da ufficiale, Dominic Vogel si è laureato in Scienze politiche presso l’Università delle forze armate tedesche ad Amburgo. Ha servito il Force Protection Corps dell’Air Force in varie posizioni di comando, incluso un turno di servizio come ufficiale operativo nella missione ISAF della NATO in Afghanistan. Inoltre, ha ricoperto diversi ruoli sia nella politica del personale che nella divisione organizzativa del quartier generale dell’aeronautica militare tedesca.
> English Version

Nel tuo report intitolato “Future Combat Air System: Too Big to Fail” (pubblicato da SWP) esprimi preoccupazione per il futuro del progetto FCAS. Puoi spiegare brevemente la tua posizione ai nostri lettori?

FCAS è un progetto unico. Mai prima d’ora abbiamo visto un progetto di armamento multinazionale di tale portata in termini di costi, innovazione tecnologica e valore militare. Non si tratta solo di un jet da combattimento, ma di cambiare radicalmente il modo in cui le forze aeree sono organizzate e funzionano. Con FCAS si utilizza una struttura completamente nuova in termini di procedure di collegamento in rete e di guerra che viene eseguita da una serie di sistemi, ad es. il NGF e l’Eurofigher. Pertanto il progetto complessivo è di massima complessità e sarebbe difficile per una nazione realizzarlo da sola. Ad oggi ci sono tre nazioni FCAS che lavorano insieme, che condividono una visione comune di come l’FCAS debba essere implementato in un contesto di difesa europeo; esse, però hanno anche percezioni molto diverse sia del loro interesse per la sicurezza che di quello europeo. Nel futuro prossimo, vedo due rischi principali per il progetto FCAS. In primo luogo la crisi COVID19 potrebbe mettere in pericolo le risorse finanziarie necessarie e il budget della difesa potrebbe ridursi in tutta Europa. Per la ricerca e lo sviluppo ciò significa che potrebbero essere messi a repentaglio importanti passi in avanti a favore di una soluzione più economica che presenta progressi minori. In secondo luogo, sia la Francia che la Germania si trovano ad affrontare le elezioni generali: la Germania nel 2021 e la Francia nel 2022. Esiste il serio rischio che durante la campagna elettorale vengano prese decisioni importanti ma che vengano rinviate per ragioni tattiche. Ciò potrebbe significare una stagnazione per anni senza considerare il caso di vittoria di formazioni politiche scettiche, ad esempio Marine Le Pen in Francia.

Qual è l’importanza del progetto FCAS dal punto di vista tecnologico?

In termini di tecnologia, FCAS è in grado di agire da catalizzatore. Avere un jet da combattimento su vasta scala con avionica di volo autonomo cambierebbe il modo in cui pensiamo e pianifichiamo le operazioni aeree. Inoltre, ciò avrà ricadute anche sul traffico aereo civile. In combinazione con una infrastruttura di comunicazione e un ambiente di dati sicuri, FCAS avrà anche un enorme impatto sulle operazioni congiunte. Quando guardiamo al sistema di generazione di jet da combattimento, l’NGF oggi è considerato la sesta generazione. Per quanto riguarda l’impatto che avrà sul funzionamento delle forze aeree, direi che potrebbe anche essere considerata la prima generazione dell’era post-convenzionale.

Ancora una volta, in Europa, progetti multinazionali e interessi/egoismi nazionali sembrano scontrarsi…
Il che è comprensibile da un punto di vista industriale. Poiché non esiste un’industria europea comune della difesa, è chiaro che ci saranno scontri sulla condivisione del lavoro, sui fondi /profitti e, soprattutto, sui diritti di proprietà intellettuale. Sono soprattutto la Francia e la Germania che devono risolvere questi interessi nazionali e devono costituire il nucleo europeo per il proseguimento dello sviluppo. Tutti i Paesi contributori devono capire che non esiste un piano B. Per il prossimo futuro il tema è: o FCAS o niente. Se gli interessi dell’economia nazionale vincono sul comune interesse europeo per la sicurezza, ciò si tradurrà in un indebolimento della capacità di difesa europea e in una crescita irreversibile della dipendenza dai sistemi fabbricati dagli Stati Uniti.

Nel tempo che stiamo vivendo, l’importanza militare di FCAS è chiara. Cosa cambierà con la nuova amministrazione americana?
Non credo che l’Amministrazione Biden cambierà l’orientamento generale della politica estera statunitense. Inoltre ritengo molto probabile che la Presidenza Biden si concentrerà sulla politica interna visti i recenti eventi e la profonda divisione nella società americana. Per l’Europa, in particolare per la Germania, questo significa due cose: in primo luogo, l’Europa deve assumersi la responsabilità della propria difesa. E’ una frase che sentiamo ripetere da anni, senza effettive azioni conseguenti. FCAS è un modo per farlo. In secondo luogo, un’Amministrazione Biden apre nuovi campi di cooperazione militare. Per il signor Trump la difesa era un caso aziendale: prodotto a pagamento. Con un Presidente come Biden tornerà la percezione della difesa comune come un valore in sé, il che renderà la cooperazione più attraente anche se non cambierà la pretesa generale di un maggiore impegno finanziario.

Articolo precedente
Articolo successivo

Ultimi articoli