sabato, Ottobre 5, 2024

IL VALORE AGGIUNTO DELLA “SCIENZA DEL DOVE”

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L’innovazione tecnologica acquista valore aggiunto nel “dove” dell’uomo, laddove l’umanità vive, opera, gioisce, soffre. Insomma, il plus offerto dalla tecnologia diventa tale nelle complessità dell’umano in ogni realtà e a livello planetario.

Non c’è alcunché di più “glocale” della tecnologia. L’uomo, da sempre, cerca strumenti che gli permettano di vincere i limiti della propria intelligenza. E lo fa per migliorare le proprie condizioni di vita, per essere più umano, per tendere alla pienezza del proprio esistere in un contesto che, soprattutto negli ultimi decenni, si è fatto planetario.

Ogni riflessione sulla tecnologia, dunque, è profondamente politica perché è profondamente umana. Ben si vede oggi, seguendo le analisi dei think tanks, che la tecnologia è anche, sempre di più, un fattore geostrategico di straordinaria importanza.

Se seguiamo le applicazioni della “scienza del dove”, dal governo del territorio allo spazio e ritorno, scopriamo infinite possibilità di comprendere e di organizzare il “petrolio” del terzo millennio, i nostri dati, quelli che noi stessi generiamo attraverso la nostra mobilità. Tali dati sono preziosi non solo per prevenire eventuali problemi (si pensi ai servizi al cittadino, alla configurazione delle città, agli incendi, alle questioni della difesa e della sicurezza e così via) ma anche per tracciare le vie di una politica che consideri la tecnologia come un elemento imprescindibile nella costruzione della convivenza umana e per la salvaguardia dell’ambiente naturale.

Attraverso le tecnologie della “scienza del dove” cambia radicalmente il modo di fare amministrazione pubblica, di immaginare il rapporto tra cittadini e istituzioni. Le città, “primi” luoghi del “dove”, emergono progressivamente come gli ambiti di una diplomazia del “glocale”: ricorda Carlo Ratti nelle nostre pagine che dallo spazio si vedono città e non Stati.

La “scienza del dove”, in conclusione, pone alle classi dirigenti (non solo politiche) la necessità di nuove visioni per nuove soluzioni. Un mondo più giusto, equo e sostenibile sarà possibile se sapremo, tutti insieme, ri-pensare strategie che aprano le nostre intelligenze nei mondi che viviamo: per questo, l’innovazione tecnologica è fondamentale.

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